Non intendiamo certamente alimentare l’entropia informativa che oramai da oltre un anno ci vede giocoforza coinvolti nell’ascolto di pareri, non di rado contraddittori, espressi da luminari, esperti, e vari consiglieri.
Auspichiamo, tuttavia, che le Autorità competenti, a fronte della necessità di tutela dei cittadini e dei lavoratori, possano tempestivamente dirimere i dubbi sollevati in merito a presunti gravi effetti collaterali connessi alla somministrazione del vaccino anti Covid.
Riteniamo, altresì, che tale materia non ammetta strumentalizzazioni né altre forme di condizionamento, considerato che, una adeguata e tempestiva campagna vaccinale, rappresenta, ad oggi, l’unico strumento efficace, necessario a salvaguardare la salute dei cittadini, dei lavoratori e, conseguentemente, dello stesso sistema socio – economico del nostro Paese.
In tale contesto, si rileva che il personale delle Forze Armate chiamato ad assicurare le funzioni operative, di sicurezza o comunque pubbliche anche presso strutture sanitarie militari, può essere sottoposto, ai sensi dell’Art. 206 del Codice dell’Ordinamento Militare, a profilassi vaccinale ritenuta indispensabile in predefiniti ambiti di impiego. Tuttavia, così come il militare adempie ai propri doveri onorando fino in fondo i propri obblighi professionali, ci si attende che, inequivocabilmente, lo Stato – senza magari farsi scudo del consenso informato – assicuri ogni forma di sostegno ed eventuale risarcimento ai militari che contraggono il Covid-19 anche per cause presumibilmente riconducibili a motivi di servizio (è scientificamente impossibile dimostrare il momento del contagio; ancor di più per un militare che opera incessantemente nel sociale, ricostruire i contatti sospetti degli ultimi 10 gg).
Lo stesso trattamento dovrà essere assicurato con puntuale generosità a quel personale che subisce danni alla salute a causa degli effetti collaterali, anche presunti, scaturiti dall’inoculazione del vaccino.
In tale quadro riteniamo importante rappresentare il disagio di alcuni colleghi che già da tempo hanno superato l’infezione da Covid ai quali, preventivamente, è stato richiesto il test sierologico a proprie spese, pena l’esclusione dalla vaccinazione.
Laddove tale test, che peraltro non sembrerebbe contemplato dai protocolli AIFA, sia effettivamente indispensabile, lo stesso dovrà rientrare nei doveri dell’organo sanitario militare preposto alla vaccinazione.
Roma, 17 marzo 2021
LA SEGRETERIA GENERALE