Il 4 novembre 1918, a seguito dell’entrata in vigore dell’armistizio di Villa Giusti, gli italiani riconquistarono l’Unità della Patria conseguita con enormi sacrifici: non meno di 650.000 caduti; circa 600.000 prigionieri; circa 500.000 feriti gravi di cui moltissimi mutilati e invalidi; almeno 40.000 soldati affetti da gravi danni psichici; una gravissima situazione di povertà e forte disagio socio – economico negli anni successivi alla guerra; un enorme indebitamento dello Stato estintosi solo negli anni ’80. Nelle Commissioni parlamentari di inchiesta costituite nel dopoguerra, furono in parte esaminate le inefficienze, le decisioni e i comportamenti gravemente sbagliati, persino episodi di presunta, ignobile corruzione perpetrata, indirettamente, ai danni di coloro che furono chiamati a combattere, rischiando e perdendo la propria vita sulla linea del fronte.
L’evocazione di tale ricorrenza, ci consente di esaltare l’eroico sacrificio, l’abnegazione, il coraggio, l’amor Patrio, la solidarietà e l’umanità di chi assisteva feriti e famiglie, la fratellanza instauratasi tra chi operava, nel pericolo, fianco a fianco, nelle trincee e nelle varie Unità militari, con consapevolezza del fatto che essi stessi avrebbero potuto perdere la propria vita di lì a poco. Si tratta di valori che i militari italiani si tramandano di generazione in generazione e che consentono, oggi, di poter agire con immutato spirito di sacrificio e grande professionalità, generosità e abnegazione nelle più recenti attività operative tese a garantire la Difesa e la Sicurezza della nostra Nazione. Tutto questo è riassunto in maniera avvincente nell’emblematico video commemorativo predisposto per l’occasione dal Ministero della Difesa .. “noi arriviamo ovunque, noi vigiliamo di continuo, noi navighiamo oltre la tempesta, noi ci addestriamo sempre, noi voliamo veloci verso il futuro …. Tuttavia, affinché valori e capacità non rischino di essere compromessi dalla pura retorica, occorre altresì esaltare il grande senso della Lealtà e della Responsabilitàche deve sempre guidare chi ha sulle proprie spalle l’onere delle più importanti decisioni, volte a mantenere le Forze Armate al riparo della propaganda, cosicché donne e uomini in divisa possano essere in grado di fronteggiare, in ogni momento, le potenziali minacce che negli scenari internazionali ci coinvolgono sempre più da vicino.
Ritenevamo che i drammi della grande Guerra fossero definitivamente relegati alla storia e, invece, ancora oggi, assistiamo, persino nella nostra Europa, ad atti di guerra perpetrati contro i civili inermi e che coinvolgono i soldati ucraini in eroici sacrifici e combattimenti che ritenevamo, quanto meno per modalità di intervento dell’invasore, anch’essi relegati alla memoria delle guerre combattute nel secolo scorso.
Il nostro pensiero va oggi ai tanti eroi rimasti ignoti, alle centinaia di migliaia di militari e civili che furono chiamati, nelle guerre che coinvolsero i nostri progenitori, all’estremo sacrificio, nonché ai tanti militari italiani che negli ultimi decenni hanno perso la propria vita nelle più recenti missioni internazionali. Tutto questo ci fa sentire ancor più grave la responsabilità di chi ha il compito di custodire le tradizioni e i valori di civiltà e di cultura che caratterizzano la nostra storia millenaria.
Viva le Forze Armate, Viva l’Italia.
Roma, 4 novembre 2022
LA SEGRETERIA GENERALE