USMIA: Sanitari Militari, Professionisti Precari.

Usmia esprime la propria profonda preoccupazione per la mancata approvazione dell’emendamento al Senato, in senso al DDL di conversione del DL Milleproroghe che avrebbe prorogato i medici e gli infermieri in ferma prefissata arruolati per l’emergenza sanitaria dal Ministero della Difesa fino al 31/12/2023.

La pandemia di COVID-19 ha messo a dura prova il sistema sanitario nazionale e ha richiesto uno sforzo supplementare da parte dei professionisti della salute, tra cui medici e infermieri arruolati dal Ministero della Difesa. Questi militari hanno svolto un lavoro straordinario nella lotta contro la pandemia, mettendo a rischio la propria salute per aiutare i pazienti.

La proroga della loro ferma sarebbe stata un modo per riconoscere il loro impegno e sacrificio e garantire che potessero continuare a prestare il loro servizio essenziale. Purtroppo, l’emendamento non è stato approvato e questi militari saranno presto congedati, con un impatto negativo sulla capacità del sistema sanitario militare. 

Questa associazione militare ci tiene a sensibilizzare gli esponenti del Governo al fine che essi possano intervenire anche sulla base della legge del 5 agosto 2022 n. 119 nella quale il Parlamento diede la delega al governo per scomputare dalla riduzione dello strumento militare il comparto logistico delle FF.AA. in cui sono inquadrata la Sanità Militare. Questo garantirebbe agli uomini e le donne della difesa di avere a disposizione uno strumento di welfare che non sia contratto ma funzionante non solo per situazioni emergenziali, ma anche in condizioni ordinarie. 

Attualmente suddetto personale è impiegato negli ospedali militari e nelle caserme, quindi dando sostegno sia alla sanità militare territoriale oltre che quella di aderenza ai reparti operativi che, con i pochi reclutamenti degli ultimi anni di professionisti sanitari, in aggiunta in vista anche dei prossimi pensionamenti, potrebbe andare in sofferenza a breve.  Stiamo parlando di meno di 200 persone, tra medici e infermieri in il Comparto Difesa e Sicurezza che potrebbero dare un attimo di respiro in un momento di riorganizzazione. 

Usmia sostiene che gli sia data l’opportunità di stabilizzazione al pari dei colleghi civili, visto che anche loro hanno fatto la loro parte, ovunque la difesa gli abbia chiesto di andare,  e possono ancora fare tanto per il nostro Paese.

Questi particolari militari non hanno lasciato indietro il paese e il paese non deve dimenticarsi di loro.

Roma 13 febbraio ’23

LA SEGRETERIA GENERALE