REVISIONE STRUMENTO MILITARE. PROVVEDIMENTO DI LEGGE (AC 1870 – A), PASSA ALL’ESAME DELLA IV COMMISSIONE DIFESA DEL SENATO. PREVISTO L’ESAME IN COMMISSIONE IL 4 MAGGIO P.V..
Lo scorso 27 aprile la Camera dei Deputati ha approvato, in prima lettura, la proposta di legge concernente la revisione dello strumento militare nazionale, ritenuta oramai urgente al fine di sanare le disfunzioni determinatesi a seguito delle molteplici trasformazioni susseguitesi nel tempo, avviate sin dalla fine degli anni ’90 e culminate con la riforma prevista dalla Legge n. 244 del 2012. Essa aveva stabilito la riduzione a 150.000 unità di personale militare da conseguire entro il 2024; la contestuale diminuzione delle dotazioni organiche del personale civile della difesa sino a 20.000 unità; la contrazione complessiva del 30% delle strutture operative, logistiche, formative, territoriali e periferiche; il riequilibrio generale del Bilancio della “Funzione difesa”, ripartendolo indicativamente in 50% per il settore del personale, 25% per l’esercizio e 25% per l’investimento.
Le relazioni elaborate a premessa delle proposte di legge riunificate nell’Atto Camera 1870-A, recentemente approvato dalla Camera dei Deputati, hanno di fatto certificato l’incompatibilità degli obiettivi posti dalla stessa legge n. 244, rispetto alle consistenze organiche necessarie, alla condizione di forte sbilanciamento tra i diversi ruoli e, conseguentemente, per il soddisfacimento delle esigenze operative e funzionali delle Forze Armate che hanno visto progressivamente aumentare i rispettivi compiti, in una quadro di sicurezza internazionale in via di drastico peggioramento.
Il nuovo provvedimento all’esame del Parlamento prevede, in estrema sintesi, lo spostamento del termine per la riduzione delle consistenze organiche delle Forze Armate fino a 150.000 unità dal 2024 al 2033, incrementi di personale da assegnare alle funzioni tecnico – logistiche e sanitarie, maggiori flessibilità nella configurazione delle dotazioni organiche delle singole Forze Armate, nonché un nuovo modello di reclutamento del personale volontario che si auspica possa, non solo contribuire al ringiovanimento dell’attuale livello di età media dei militari, quanto anche a riequilibrare le consistenze organiche tra i diversi ruoli, riaprendo quanto prima possibile le necessarie e motivanti prospettive di crescita professionale, di carriera, di gratificazione dei ruoli non direttivi.
A suffragare l’irrealistica previsione della legge 244/2012, basti pensare che nei prossimi 3 anni, per il raggiungimento degli obiettivi organici, si sarebbe dovuta registrare una riduzione di ca. 22.000 unità di personale nel solo ruolo dei marescialli e un corrispondente incremento di ca. 14.000 unità dei ruoli dei Graduati, Volontari e Sergenti, a fronte di una carenza di vocazione riscontrata nei reclutamenti dei Volontari in ferma pluriennale, imputabile oltre che a fattori socio – culturali, a insufficienti garanzie di stabilizzazione nel servizio permanente, nelle altre amministrazioni dello Stato ovvero nel mondo del lavoro in ambito privato.
Il nuovo modello di reclutamento dei Volontari stabilito dall’AC. 1870-A, dovrebbe consentire l’assunzione di militari con una ferma “iniziale” triennale. Essi, previo concorso riservato, potranno accedere ad una ulteriore ferma “prefissata” triennale e, successivamente, a seguito di verifica dei requisiti indicati da apposito decreto ministeriale, potranno avere un più agevole accesso alle carriere iniziali, peraltro in età più giovane e scongiurando, si spera, quelle forme di precariato che riguardano, oggi, i Volontari trattenuti con ferme protratte per 11 anni, senza certezza di successiva stabilizzazione.
Per i Volontari che non dovessero avere possibilità di accesso al servizio permanente dovranno essere regolamentate con apposite deleghe legislative, percorsi di qualificazione professionale, misure agevolative, anche di carattere fiscale e contributivo tese a favorire il reinserimento nel mondo del lavoro privato, oltre che nelle Forze di Polizia e nelle altre amministrazioni dello Stato.
Auspichiamo che il clima bipartisan instauratosi intorno a tale provvedimento, che ci riserviamo di analizzare più dettagliatamente nelle fasi successive dell’iter, possa favorire la sua rapida approvazione, la tempestiva predisposizione ed emanazione dei decreti legislativi delegati entro l’anno e, con essi, il superamento di tendenze corporative e forme di pregiudizio che hanno subordinato, in passato, le riforme del settore della Difesa a pregiudizi e a logiche interne, piuttosto che a esigenze di Sicurezza nazionale.
Roma, 2 maggio 2022
LA SEGRETARIA GENERALE