Ritardi e conseguenti penalizzazioni economiche per i giovani militari immessi in servizio permanente.

 COMUNICATO STAMPA 

Ritardi e conseguenti penalizzazioni economiche per i giovani militari immessi in servizio permanente

A seguito di molteplici segnalazioni pervenute, USMIA ritiene opportuno rappresentare una tematica particolarmente sentita dai Volontari in ferma prefissata che risultano ammessi al transito in servizio permanente dopo molti mesi rispetto alla data di decorrenza giuridica del nuovo status. 

Tale ritardo si riflette conseguentemente anche nella promozione al grado superiore (1° C.le Magg. e Gradi corrispondenti) previsto dopo 1 anno dall’accesso alla carriera iniziale, determinando altresì penalizzazioni su taluni trattamenti economici accessori che nel frattempo, in attesa dei decreti ministeriali che sanciscono il transito in servizio permanente, continuano ad essere percepiti nello status di militari in ferma prefissata con remunerazioni che possono risultare più basse fino a ca. il 30%, rispetto a quelle previste per i gradi superiori di 1° C.le Magg. e C.le Magg. Sc (e gradi corrispondenti).. 

A titolo d’esempio, con decreto del 28.2 2018 si disponeva l’immissione dei Volontari dell’Esercito in servizio permanente, prevedendosi la decorrenza giuridica 8 giugno 2015 e amministrativa 24 gennaio 2018. In tale contesto, il ritardo di oltre 2 anni e mezzo nella decretazione di accesso alla carriera iniziale ha determinato anche un forte ritardo nella promozione al grado superiore e, verosimilmente, penalizzazioni economiche in taluni trattamenti economici accessori, corrisposti dall’8 giugno 2015 al 24 gennaio a personale ancora nello status di militare in ferma prefissata e che avrebbe dovuto essere invece già in servizio permanente. 

Risulta che negli ultimi 2 anni il gap tra decorrenza giuridica e amministrativa correlato al ritardo nella pubblicazione dei decreti di immissione in ruolo, si sia significativamente ridotto. Appare, tuttavia, opportuno che tale questione venga dovutamente approfondita ed esaminata dalle Autorità competenti al fine di scongiurare, oltre al danno economico, soprattutto il danno morale in quei giovani entusiasti della carriera intrapresa e del traguardo raggiunto, i quali a seguito di un periodo impegnativo e usurante trascorso nello status di militari in ferma, si devono vedere riconosciuto il nuovo status di Volontario in Servizio permanente e il nuovo grado con quella stessa efficienza, solerzia e tempestività a loro stessi richiesta nell’adempimento dei propri doveri. 

Roma, 24 novembre 2020 

LA SEGRETERIA NAZIONALE