Una cattura che il mondo intero si aspettava da tempo, quella di Matteo Messina Denaro, un criminale che, con le sue strategie elusive e una fitta rete di fiancheggiatori, è riuscito a mettere in difficoltà tutte le polizie internazionali.

L’ultimo, il super ricercato dei latitanti più sanguinari di cosa nostra, è stato assicurato alla giustizia dai Carabinieri coordinati dalla Procura di Palermo.
È il risultato di anni e anni di incessanti indagini, frutto del sacrificio diuturno di illustri Magistrati e centinaia di donne e uomini appartenenti alle Forze dell’ordine che non hanno avuto neanche il tempo di godersi un attimo di successo per rimettersi a lavoro e ricostruire tutta la rete di protezione che ruotava intorno alla vita del “fantasma”.
Nonostante tutto, qualcuno, pur non avendo elementi che dimostrino il contrario, continua a tentare di offuscare la brillante operazione.
Così esordisce Carmine Caforio, Segretario Generale USMIA Carabinieri, e sottolinea:
“un modo di fare gravemente dannoso per la società, che lede l’immagine delle Istituzioni e alimenta disorientamento tra la popolazione, soprattutto quella dei giovani, futuro della nostra Nazione. Sì, proprio loro, quei giovani che hanno bisogno di punti di riferimento indispensabili per crescere con il profondo senso della Patria, credendo ciecamente nei valori, nella giustizia ed in coloro che hanno perso la vita per garantirla nei momenti più bui e sanguinari, che “cosa nostra” ha fatto vivere al nostro paese.
Caforio, rivolgendosi ai tanti “indovini” che ormai popolano la rete in cerca di visibilità, conclude: “le vostre dichiarazioni infondate, spesso vili e distorte, offendono i servitori dello Stato e, con essi, le tante vittime di mafia e le loro famiglie che, sino a ieri, non avevano ancora visto il volto di un così brutale assassino”.